
Nel corso dei miei studi per il progetto di ricerca che sto seguendo, mi sono imbattuta (guarda caso!) negli zampognari di Scapoli (Isernia). Per chi non lo conoscesse Scapoli è un piccolo paese molisano arroccato sulle pendici delle Mainarde. Conta 900 abitanti nei mesi estivi, molti meno durante l'inverno e raggiunge le 20.000 presenze nei due giorni del Festival della Zampogna. Nei primi anni '90 un gruppo di signori del posto capitanati dalla Dott.ssa Caccia decisero di unire turismo, ingegno e tradizione e con l'aiuto dei fondi della Comunità Europea iniziarono il festival. Organizzarono i corsi di formazione per costruttori di zampogne convincendo i tre anziani artigiani ad aprire le loro preziose botteghe ai giovani; piantarono decine di alberi per assicurare il legno che serviva per le canne delle zampogne e costituirono la mostra permanente delle cornamuse d'Europa. Fecero anche attente ricerche storiche sul territorio e pubblicarono, tra le altre cose, un bel libro di storie raccontate dai vecchi zampognari, classe '20, non oltre.....fighi, no?
Ho tra le mani quel libro e leggo di questi personaggi che in coppia (zampogna e ciaramella) partivano a Novembre per le novene nelle case delle famiglie napoletane. Portavano la cucchiarella in pegno e suonavano pochi minuti (facevano anche 400 famiglie in un giorno) e portavano a casa i soldi per tutto l'anno. I più temerari giravano a questua per l'Italia e alcuni arrivavano in Russia, e capitò "che una notte non avevano alloggio, faceva un grande freddo e allora andarono dentro a un mulino sd'rrupato e dovettero passeggiare tutta la notte sennò le scarpe si attaccavano a terra per il ghiaccio e non potevano tirare i piedi fuori, per il freddo che faceva". Poi lo Zar fece un bell'editto che vietava agli zampognari di entrare, erano troppi! ..la storia si ripete sempre, peccato!
Io vado a zampognare in giro tutti gli inverni con la piva e con il tabarro, ma ancora non mi si sono congelati i piedi! :-/
Nessun commento:
Posta un commento